giovedì 2 agosto 2007

La partecipazione come fattore essenziale per lo sviluppo territoriale

Il pessimismo impresso nei discorsi dei giovani e dei meno giovani sul futuro di Rotondella è spaventoso. Quasi tutti parlano sul filo dell’emotività. Sentono che le cose non vanno nel verso giusto e che molti errori politici del passato, oltre alla cultura pettegola sempre viva, sono incancellabili.
Molti degli attori in questione vivono a Rotondella da sempre e probabilmente se potessero tornare indietro cambierebbero molte cose. Forse cambierebbero completamente vita.
Gli altri sono quelli che per studio o per lavoro non vivono più in paese e rientrano nelle festività o nel periodo estivo. Sono quelli che dicono: “almeno c’abbiamo provato a dare una svolta alla nostra vita”. Molti soggetti di quest’ultima categoria quando si trovano in posti affollati si sentono nel posto giusto; e solitamente quando rientrano in paese, imitando i dialoghi di Anguilla e Nuto ne La luna e i falò, dicono: “io c’ero”… e dall’altra parte si ascolta in silenzio, con un pizzico di malinconia e di pseudo sottomissione.
Pochi, di queste e altre categorie di cittadini, si interrogano sulle prossime sfide della nostra comunità. Sfide che molto probabilmente saranno determinanti nel decretare la definitiva resa o la prima fase di un sostanziale rilancio del nostro territorio. Mi riferisco alle opportunità che potrebbero derivare dal mega progetto del mare, dai 32 nuovi suoli artigianali e dalla compensazione.
Opportunità che sicuramente determineranno nel breve periodo un leggero cambiamento di rotta, anche in relazione alle aspettative diffuse tra la popolazione, ma che nel medio e lungo periodo potrebbero non realizzare il cambiamento desiderato. Proprio così. Non è sufficiente disporre di sufficienti risorse materiali per innescare un processo efficace di sviluppo territoriale (consiglio a tutte le persone interessate a questo argomento di leggere “G. Moro, Lo sviluppo nascosto: fattori sociali e valutazione delle politiche per il meridione, Carocci, 2004), ma a giocare un ruolo determinante è anche il cosiddetto capitale sociale. Quest’ultimo elemento, secondo J. Coleman, si riferisce alla struttura delle relazioni sociali tra tutti i soggetti interessati allo sviluppo del territorio. Costituisce una risorsa che non è depositata né negli individui né nei mezzi di produzione, ma è intrinseca alla struttura di relazioni fra due o più persone. Le relazioni stabili tra i soggetti interessati allo sviluppo, tra i quali è impossibile escludere la popolazione residente, se ben gestite assumono nel tempo una loro connotazione specifica in termini di fiducia, di autorità e di norme di comportamento. Emerge nuovamente il tema della partecipazione, cioè del coinvolgimento, dell’ascolto, del rispetto delle idee e delle iniziative altrui.
Spero che nel prossimo futuro i momenti di confronto riusciranno ad eliminare, o quantomeno a ridurre, il pessimismo diffuso tra la popolazione residente e ad accrescere il desiderio di ri-partire per ri-lanciare Rotondella in una fase di sviluppo territoriale partecipato e consapevole.
Gianluca Bruno

mercoledì 1 agosto 2007

Buon compleanno Rockondella

Venti anni di rock e cultura contro lo scetticismo
Nel 1987 nasceva la manifestazione che oggi si ripropone alla grande

ROTONDELLA – Era il 1987 quando la buona musica divenne di casa a Rotondella. In Basilicata già si parlava di cultura e “patti con i giovani”, ma i vari festival della musica e del cinema erano ancora lontani a venire. Nella collina jonica, però, qualcuno provò a fare i primi passi. E nacque Rockondella.Il festival musicale spegne quest’anno le venti candeline. Non altrettante le edizioni, interrotte negli anni per mancanza di fondi. Perché Rockondella, in verità, non è mai diventato quel grande evento che poteva essere. “Ma che diavolo è questa musica strana che ascoltano solo 20 persone?” mormorava qualche commentatore ignorante di fronte alle sperimentazioni dei musicisti invitati negli anni ’80. In fondo, su questo evento, non hanno mai puntato gli amministratori e neppure tanta gente.Chi continua a crederci è Antonio Pastore, assessore comunale alla Cultura. Lui era al lavoro già nell’87, quest’anno è ancora lì. E con quattro lire a disposizione (si è spesso lamentato per la mancanza di fondi), ha messo in piedi un cartellone di tutto rispetto.Quest’anno, inoltre, l’evento si allarga al cinema, al teatro e alla valorizzazione del territorio. Sempre con quell’occhio innovativo (e in qualche modo sperimentale) che ne ha caratterizzato i primi passi. “Un’offerta sempre originale - spiega Antonio Pastore - lontana dalle tradizionali forme ingessate della cultura istituzionalizzata, per una fruizione più consapevole ed una partecipazione più profonda”.Tra gli appuntamenti di quest’anno spiccano le date della prima quindicina di agosto, con concerti quasi ogni sera. Si parte oggi con l’esibizione del gruppo emergente Aema, si prosegue domani con gli Alkemia, il 6 agosto con il “Tre colori tours” di Graziano Romani, il 7 e l’8 agosto con la Festa de L’Unità che ospiterà il cantautore Rocco Laguardia e i Mercanti di Liquore, l’11 agosto è la volta di Little Taver and his crazy alligators, con botto finale il 14 con i concerti di Joe Galullo and the blues messengers e il 15 con Miami and The Groovers.Naturalmente, come ogni anno, l’ingresso è gratuito per tutti gli appuntamenti. “Poichè la musica è una forma di comunicazione universale – spiega Pastore – deve essere un bene accessibile a tutti”. Insomma, Rockondella è ancora viva, e gli amanti di buona musica se ne accorgeranno presto.