martedì 12 febbraio 2008

Lo strano mercato dei blog rotondellesi

All'inizio c'era quasi il monopolio paesano, nonostante ci trovassimo in presenza della libertà di ingresso nel mercato, caratteristica fondamentale della concorrenza perfetta.
A seguito dell'ingresso di altri soggetti, che si sono a loro volta duplicati, ci siamo trovati in presenza di un mercato di concorrenza imperfetta: possibilità di ingresso, vincolata all'alfabetizzazione informatica, e differenziazione dei prodotti, accompagnata dalla necessità di ricorrere a piccole strategie promozionali.
In questa situazione, durata fino a qualche settimana fa, avremmo dovuto ricorrere ad una logica oligopolistica, ispirata alla teoria dei giochi e al famoso equilibrio di John Nash: avremmo dovuto cioè avere un comportamento collaborativo invece che conflittuale!
C'è chi va e c'è chi viene, ma c'è anche chi si nasconde dietro a un dito e chi impedisce, magari in amicizia, agli altri di comparire...Ovviamente ognuno è libero di gestire i propri spazi come meglio crede, ma avrei piacere se cercassimo assieme di discutere in tranquillità di questo strano fenomeno rotondellese, contaminato da futili antipatie e riserve personali che non ci portano da nessuna parte, legate oltretutto in prevalenza a libere manifestazioni di pensiero.
Gianluca Bruno

venerdì 1 febbraio 2008

Comunicato Stampa del Movimento Antinucleare No Scorie

Nell’apprendere che finalmente l’Arpab si attrezzerà per eseguire un monitoraggio ambientale sulla radioattività, cosa che chiedevamo da oltre tre anni (l’unico sito nucleare sprovvisto era quello lucano), auguriamo a tutto il personale di campo un attento e proficuo lavoro. Auspichiamo inoltre la pubblicazione via internet e su bollettini affissi nei comuni limitrofi al centro tutti i dati rilevati, leggibili e comprensibili per chi sa leggere e scrivere.
A breve partiranno comunque anche i controlli da parte dei cittadini e sulla questione nucleare resterà comunque e sempre il fiato sul collo delle associazioni e dei movimenti.
La sfida ambientale in realtà non è quella di controllare il livello di inquinamento, ma quella di non produrre rifiuti nelle attività di decommissioning. Gli inquinanti radioattivi sono immessi nell’aria, nel mare e nell’ambiente sotto forma di polveri, gas e acqua.
Esiste la cosiddetta “ formula di scarico”, una formula matematica che permette agli inquinatori di immettere delle sostanze radioattive nell’ambiente nel rispetto della legge.
La formula in oggetto è alquanto vecchia e seppur rimodulata nelle commissioni rimane molto larga in tema di emissioni. Molti ricorderanno il caso atrazina nell’acqua, per legge fu permesso un innalzamento dei limiti di inquinamento e l’acqua diventò miracolosamente potabile. Le formule inoltre non tengono conto della frequenza delle quantità che continuamente possono essere immesse nell’ambiente e del diverso impatto sulle diverse fasce di età delle popolazioni(vedi adulti e bambini).
Pertanto sfidiamo Sogin ad essere l’azienda della qualità e della sicurezza che proclama di essere nel non produrre rifiuti che per legge possono essere smaltiti nell’ambiente. Tecnicamente è tutto possibile, anche se aumentano i costi (intervenendo nei processi di qualità e sicurezza del decommissioning e trattando gli ulteriori rifiuti da immettere nell’ambiente). Nell’ambiente potrebbero essere immessi quindi tutti gli scarichi che sono uguali alla radioattività naturale, ossia zero produzione di inquinanti radioattivi.
Chiediamo pertanto alla Sogin, all’Apat, all’Arpab, alla Regione Basilicata, al Ministero della Salute e dell'Ambiente di attivarsi in tal senso, il problema non è solo locale, ma riguarda tutti i centri nucleari italiani in fase di decommissioning per la sicurezza delle popolazioni.
Gianluca Bruno

Vi era stato detto di non mettere le mani nel fuoco!

Cari amici, stando alle voci di corridoio, visto che nessuna spiegazione è stata data finora ai cittadini, i lavori di C.so Garibaldi si sono fermati...forse per non riprendere mai più (almeno nella direzione concepita dagli amministratori fino a questo momento). C'è chi parla di errori di progettazione. C'è chi parla di mancanza di fondi. C'è chi parla di incomprensioni tra gli amministratori e l'impresa. In ogni caso, i cittadini (almeno quelli interessati) hanno il diritto di "sapere"...
Se per una qualsiasi ragione non si potesse più andare avanti, chi si assumerebbe la responsabilità dell'inutile sradicamento di un centinaio di alberi?
Inoltre, ci sono le 100 firme simboliche raccolte in 2 giorni...alle quali non è seguita nemmeno una risposta da parte degli amministratori.
Gianluca Bruno