giovedì 20 settembre 2007

Alcune considerazioni personali sul Partito Democratico

In principio, i problemi con i quali si è dovuto confrontare il nuovo Partito Democratico andavano dalla reale collocazione nazionale e internazionale, al rischio di una semplificazione dell’offerta politica del centrosinistra, a come concepire e organizzare il rapporto con i partiti della cosiddetta sinistra radicale, fino alla questione cruciale della leadership e delle relative elezioni primarie.
Alcuni di questi problemi sono stati risolti. Altri, come la convergenza sui grandi temi quali la modifica della legge elettorale, la riduzione della spesa pubblica, il precariato, la ricerca scientifica, la scuola e l’università, i Dico, il terrorismo e le altre questioni internazionali ecc, non sembrano avere “ad oggi” una visione realmente unitaria all’interno della compagine del nuovo Partito Democratico.
Una questione realmente aperta, che è puntualmente emersa in quasi tutti gli interventi di ieri sera, alla presentazione rotondellese della candidatura di Carlo Chiurazzi alla segreteria regionale del Pd, è quella relativa all’attecchimento territoriale del Partito Democratico.
L’Italia è uno di quei paesi in cui i particolarismi geografici (sociali, culturali, produttivi e occupazionali, linguistici ecc) rendono profondamente difficile una lineare visione d’insieme. E la territorialità rappresenta la vera grande sfida del Partito Democratico, come ha dichiarato lo stesso Carlo Chiurazzi nell’intervista rilasciata al Quotidiano della Basilicata nei giorni scorsi.
Sarebbe interessante capire in che modo i candidati alla segreteria regionale intendano ottimizzare lo sfruttamento delle risorse territoriali (petrolio, acqua, agricoltura e turismo) e risolvere il problema connesso della disoccupazione. Esistono ricette nuove? La ricetta dei corsi di formazione è fallita. È fallita perché è necessario concepire la formazione in termini sistemici e accompagnare i ragazzi, una volta formati, fuori dalle aule fino alla possibilità di un reale inserimento lavorativo. È fallita perché è prevalsa la logica della quantità su quella della qualità. È fallita perché parte di tutti quei milioni di euro potevano essere impiegati diversamente.
Un elemento importante sul quale Carlo Chiurazzi si è soffermato, e sul quale sono molto d’accordo, riguarda la necessità di modificare la legge elettorale regionale che, allo stato attuale, non rende possibile un’armonica rappresentatività territoriale.
La sfida del Partito Democratico, nonostante gli inevitabili problemi ai quali in parte ho fatto riferimento, può essere vinta. È un’ambizione interessante che se perseguita con un metodo serio e trasparente può riuscire a rilanciare le sorti del centrosinistra e dell’intero sistema partitico nazionale e locale.
I movimenti elettronici e di piazza sono una grande risorsa democratica e alcuni dei temi che portano avanti sono condivisibili. Un paese, però, ha bisogno di partiti forti e non di liste civiche (come invece auspicato da Beppe Grillo); anche se in alcuni contesti il civismo riesce a prevalere sulla logica partitica proprio in virtù della maggiore flessibilità e dell’assenza di verticismi. Ma questa non può e non deve essere la regola.
Se è vero che i partiti politici sono ai minimi storici in termini di credibilità presso l’opinione pubblica, il Partito Democratico può essere la risposta seria, vera, autentica a questo problema. Il PD rappresenta una grande opportunità per l’Italia di oggi e quella di domani (quando magari si arriverà al bipartitismo) e per le sue tante ramificazioni territoriali. E le opportunità, specie in politica, non vanno lasciate sfuggire.
Gianluca Bruno

8 commenti:

admajora ha detto...

uei... è la tua dichiarazione di adesione al partito??? A presto. Pino

Gianluca Bruno ha detto...

Caro cugin Pino, diciamo pure che si tratta della mia disponibilità e apertura al Partito Democratico, come ho dichiarato pubblicamente anche l'altra sera.
L'eventuale adesione completa dipenderà da me solo in parte. A presto, Gianluca

Anonimo ha detto...

BUONI E PRESAGI DI CAMBIAMENTO CHE SI PARLA NELLE ASSISE DEI NUOVI PD MA MI CHIEDO SE TUTTI NON PREFERISCONO QUESTA LEGGE ELETTORALE PERCHè IL 14 SI CHIAMA A CHIAMARE IL POPOLO PER VOTARE UN ELEZIONE CON IL SISTEMA DE3LLA LISTA BLOCCATA E QUINDI SENZA LA PREFERENZA PRORIO NELLO STESSO MODO DI COME CI HANNO FATTO VOTARE PER LE POLITICHE . IL BERLUSCONISMO SEGNA SOVRANO ACHE NEL PD CIAO GIANLUCA< E TANTI AUGURI

Gianluca Bruno ha detto...

Caro amico Scanna, non capisco perchè hai detto che alle prossime elezioni Primarie non sarà possibile esprimere la preferenza. Certo che deciderai tu chi votare! Magari è mancata la visibilità in egual misura a tutti i candidati, ma questo è un problema più grande che coinvolge direttamente anche il sistema mediatico.
Per quanto riguarda la legge elettorale (n. 270/2005) sai bene come la penso.
Infine, se per Berlusconismo intendi la mediatizzazione, la spettacolarizzazione e il leaderismo posso in parte essere d'accordo con te.
Se invece ti riferisci ad altro sono d'accordo un pò meno.
Comunque spero di poter continuare questo discorso di persona. A prestissimo, un abbraccio, Gianluca

Anonimo ha detto...

ciao gianluca come la pensi su un ipotetica alleanza del pd con forza italia e casini, oppure come dice fassino apertura verso la lega nord
pensando gia ad un governo prodi verso la sua ultima alba
hasta siempre

Gianluca Bruno ha detto...

Caro amico Scanna, penso che quando Fassino prospetta pubblicamente delle ipotesi di allargamento di questo tipo i veri destinatari della comunicazione non siano i cittadini ma gli alleati "scomodi". Diciamo pure che si tratta di un vero e proprio richiamo all'ordine. A presto, Gianluca

Gianluca Bruno ha detto...

Caro amico Scanna, fino a due giorni fa ignoravo l'esistenza delle liste bloccate alle prossime elezioni Primarie e quindi avevo interpretato male il contenuto di uno dei tuoi commenti precedenti.
Non posso che essere d'accordo con te sull'incoerenza che questo fatto comporta...
Le Primarie, come l'intervista che ho proposto sottolinea, sono un diritto in più; e non capisco perchè ogni segno positivo debba quasi sempre essere seguito da uno negativo.
Dal dicembre 2005, quando è stata approvata la nuova legge elettorale, tutta la sinistra, parte della destra (compreso il primo firmatario della legge, Calderoli, che l'ha definita una porcata) e tutti i cittadini italiani hanno criticato fortemente il fatto che non si potessero più esprimere le preferenze.
Come risponde il nuovo soggetto politico che ha intenzione di rinnovare la sinistra italiana e l'intero sistema partitico?
Insomma, le segreterie di partito continuano prepotentemente a decidere l'eleggibilità o meno dei candidati, mentre i cittadini si allontanano sempre più dalla politica istituzionale per avvicinarsi alla piazza. Il "palazzo" accusa la "piazza" e viceversa. Cosa resta? Tanta tanta confusione e un pizzico di speranza. A presto, Gianluca

Gianluca Bruno ha detto...

Nonostante tutto andrò comunque a votare. Gianluca