venerdì 6 aprile 2007

Anteprima di stampa

Si pubblica la bozza dell'articolo in uscita su Il Quotidiano della Basilicata a firma di Pino Suriano


I Diesse di Rotondella per il partito democratico

Rinnovato nel segno dei giovani il direttivo di circolo


ROTONDELLA – I Ds di Rotondella con il Partito Democratico. E’ prevalsa ancora una volta la mozione-Fassino in seno al congresso comunale dei Democratici di Sinistra. Quasi l’85% dei consensi (32 voti) per la compagine riformista, che si afferma sulla collina jonica in controtendenza con i comuni dell’area, in particolare Policoro. Solo 6 dei 38 votanti si sono distinti dalla maggioranza offrendo il proprio consenso alle mozioni di Mussi e Angius (3 voti per ciascuna). Non totale, ma accettabile, l’affluenza degli aventi diritto al voto, circa il 60%.
Le tre mozioni sono state presentate rispettivamente dal senatore Filippo Adduce, dall’Assessore Provinciale Franco Labriola e da Clara
Ripoli. Riconfermato alla carica di segretario il capogruppo dell’opposizione in consiglio Vincenzo Francomano. Sotto il segno della gioventù il nuovo direttivo di sezione, che sarà composto da Antonio Caprara, Antonio Divincenzo, Grazia Divincenzo, Vincenzo Francomano, Domenico Lacopo, Antonio Laguardia, Alessandro Perciante, Antonio Persiani, Massimo Persiani, Domenica Pitrelli, Rodolfo Stigliano, Nicola Tarantino e Salvatore Tufaro. Giovanni Falcone, Mario Donadio e Felice Battafarano costituiranno, invece, il comitato dei garanti. Gli eletti come delegati per il congresso provinciale sono Vincenzo Francomano e Domenico Lacopo; quelli per il congresso regionale Vincenzo Francomano e Vincenzo Persiani.
Pur nella diversità di pareri sulle tre mozioni, tutti gli iscritti si sono ritrovati concordi nell’analisi della situazione politica territoriale, approvando all’unanimità un ordine del giorno sulle principali prospettive del partito a livello locale. Due i compiti principali a cui il partito porrà attenzione: “riunificare lo schieramento locale del centrosinistra, dallo Sdi a Rc; promuovere e stimolare un impegno dei diversi settori della società civile di Rotondella”.
Insomma, alle elezioni comunali mancano due anni, ma qualcuno già comincia a pensarci. Il partito dei Ds, sostanzialmente, dovrebbe continuare sulla scia degli ultimi anni, a braccetto con la Margherita di Mario Cucari, con la speranza (piuttosto fondata) che anche Rc si riallacci al carro. Si tratterebbe senz’altro di un gruppo forte, ma non dovrà essere troppo facile, nei mesi a venire, decretarne la leadership. E anche a questo, tra non molto, si dovrà pensare.


Pino Suriano



2 commenti:

Gianluca Bruno ha detto...

Il Pd, un partito di centrosinistra
che guarda al Centro. Veltroni è il leader
E le intenzioni di voto ad aprile danno la nuova formazione al 26,5%


ROMA - Un partito di centrosinistra (però più spostato verso il centro) con Walter Veltroni come leader e che avrà il 26,5 per cento dei suffragi. Questo il Partito democratico secondo un sondaggio della Ipr-Marketing per Repubblica.it svolto il 23 aprile subito dopo i congressi paralleli di Ds e Margherita. Un rilevamento a caldo quando ancora erano fresche le emozioni e poco chiaro il futuro del nuovo partito.

Le persone interrogate comunque un'idea ce l'hanno. Il 45 per cento ritiene il Pd un partito di centrosinistra spostato al centro, mentre l'11 lo vede come un partito di sinistra e il 19 un'aggregazione di centrosinistra ma che pende più verso la sinistra. Netta la differenza fra gli elettori dei Ds che ritengono a maggioranza il nuovo nato una formazione vicina alla storia del loro partito, mentre con una maggioranza altrettanto forte gli elettori della Margherita lo vedono come un aggregazione di centro. E se qualcuno lo definisce addirittura di estrema sinistra (1%) nessuno ritiene che si possa considerare di centrodestra o addirittura di destra.

Ma dove pescherà questo nuovo soggetto in termini di bacino elettorale? Coloro che hanno intenzione di barrare il simbolo del pd sulla scheda elettorale al 38% si definiscono di centrosinistra con una maggiore propensione al centro mentre al 19% si ritengono sempre di centrosinistra ma più vicini alla sinistra. Il 23% si posizione a sinistra tout court. E se l'appeal del neopartito verso l'estrema sinistra è pari a 0, almeno l'11% delle persone che lo voteranno si ritengono di centro. In totale il 26,5% degli intervistati (l'1,5 in più rispetto al sondaggio di una ventina di giorni prima).

Quanto al leader un nome su tutti: Walter Veltroni. Il sindaco di Roma viene incoronato dal 21 per cento del totale del campione e dal 33% di coloro che hanno dichiarato l'intenzione di votare per il Pd. Segue, un po' a sorpresa, Piero Fassino con, rispettivamente il 14 e il 22 per cento; subito sotto si colloca Francesco Rutelli che colleziona il 13% del totale del campione e solo l'11% dei futuri elettori del Pd. Staccati con il 7 per cento Massimo D'Alema e Anna Finocchiaro e soprattutto Romano Prodi che si deve accontentare del 4% delle indicazioni del totale del campione. Una bocciatura?

I cittadini intervistati, comunque, non vedono differenze fra i partiti "genitori" della nuova aggregazione e il nuovo nato della politica italiana. Quando gli è stato chiesto di definire il Partito democratico rispetto ai Ds e alla Margherita su alcuni pregi e difetti (credibilità, innovazione, riformismo, modernità, litigiosità ecc.) la maggioranza ha sempre risposto che nulla sarebbe cambiato.


Fonte: Repubblica.it
(24 aprile 2007)

Gianluca Bruno ha detto...

L'addio di Mussi: «Noi ci fermiamo qui» Il leader del Correntone annuncia la «scissione»: «Saremo autonomi. Questa è svolta figlia del fallimento, anche mio» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

Il leader del Correntone Fabio Mussi (Ansa)
FIRENZE - «Seguirò il consiglio di D'Alema che mi ha chiesto di risparmiarvi i commiati drammatici, ma credo, dopo 40 anni dedicati a questo partito di avere diritto di parola». Il leader della sinistra Ds Fabio Mussi, intervenendo al IV congresso a Firenze, lo chiarisce dall'inizio che questo sarà il suo discorso di addio al partito. «Questa non è la svolta della Bolognina dell'89 ma è la svolta figlia di un fallimento, fallimento che sento anche mio» spiega in un altro passaggio della sua applauditissima relazione il leader del Correntone che cita fra gli altri Occhetto, Berlinguer, Darwin e Galileo Galilei. Ricorda l'amicizia verso Fassino e gli altri militanti della Quercia, «un'amicizia che ancora vale». Ma ribadisce i suoi motivi di dissenso: nessun passo indietro, insomma. Mussi sfodera spirito combattivo a difesa della sinistra e delle radici socialiste. «Cancellare le tracce è diseducativo - scandisce dal palco bianco - quando il moderno si presenta come il nuovo assoluto, in verità è già decrepito».


COLLOCAZIONE EUROPEA - «Caro Piero precipitiamo verso il Pd - spiega poi rivolto a Fassino - senza aver chiarito nulla, a partire dalla collocazione europea». «Questo partito - argomenta Mussi - sarà centrista e americano ma non potrà far parte integrante dei socialisti europei».
MOVIMENTO AUTONOMO - «Noi ci fermiamo qui - è il cuore dell'intervento di Mussi - La nostra intenzione è di costruire un movimento politico autonomo, che si propone di aprire un processo politico nuovo, più a sinistra del Partito democratico  Lo so che è un'impresa difficile. Ma anche la vostra non sarà facile. Si aprono due fasi costituenti. Sarebbe bello un doppio successo. Buona fortuna compagni». «Confermo qui - conclude Mussi a voce bassa - con animo non leggero l'indisponibilità della minoranza che rappresento a partecipare alla costituente del Pd». Al termine della relazione, Fassino va a stringergli la mano e gli accarezza teneramente la testa.

Fonte: Il Corriere della Sera
20 aprile 2007