lunedì 19 novembre 2007

La Politica è anche "comunicazione"...

Unione, le primarie diventarono un investimento sul futuro
Ecco il libro "Io partecipo, io scelgo, io governo"

ROMA - L'aula Wolf, nello stabile di via Salaria 113, sede del dipartimento di Sociologia de La Sapienza, è uno spazio di non grandi dimensioni. Una trentina di sedie e un tavolo ovale a fare arredo, è una delle aule in cui si riuniscono gli studenti dell'Osservatorio Mediamonitor, nato nella facoltà di Scienze della Comunicazione di Mario Morcellini con il preciso scopo di produrre riflessioni sul "ruolo dei mass media in campagna elettorale".
Proprio qui, mesi addietro, un universitario di nome Gianluca Bruno propose uno slogan per le primarie dell'Unione: "io partecipo, io scelgo, io governo". E quello divenne "lo" slogan di quella felice consultazione popolare che vide pazientemente sistemarsi in fila per esprimere la propria preferenza sul leader dell'Unione oltre quattro milioni di persone.
Ieri mattina, in quella stessa aula (padroni di casa il professor Morcellini e Carlo Intini), Vannino Chiti (coordinatore delle Primarie dell'Unione), Antonio Padellaro, Federico Orlando (condirettore di Europa) e Giuseppe Giulietti di Articolo 21 (responsabile della comunicazione in quella tornata) hanno discusso di un libro che sabato prossimo, nel medesimo giorno della presentazione del programma dell'Ulivo, verrà distribuito in edicola con "l'Unità" ed "Europa" (a 5,90 euro più il costo del quotidiano).
Il libro si intitola, manco a dirlo "io partecipo, io partecipo, io governo". E vuole essere, come argomenta Padellaro "da una parte una specie di risarcimento per i cittadini che hanno creduto in quelle consultazioni mentre i media le prendevano sotto gamba, dall'altra un investimento sul futuro". I quattro milioni di individui che scendono in strada e spendono un euro per dare una preferenza "non giuridicamente vincolante", la nota è di Morcellini, sono "un caso". E non solo perchè, come commenta Chiti: "nessuno si aspettava 4 milioni di persone. Noi stessi ritenevamo che potessero recarsi ai seggi in uno - due milioni" (tutti tranne il professor Gianfranco Pasquino, che, confessa Padellaro, "scommise con me che si sarebbero superati i quattro milioni. E vinse").
"Per le primarie si deve pensare ad una legge ad hoc - afferma Chiti - di modo da poterle adoperare nelle elezioni di candidati premier, sindaci, presidenti di province e di regioni". Che diventino uno strumento permanente (sul programma, come suggerisce Romano Prodi nell'intervista contenuta nel volume; sui temi di interesse generale, come propone Padellaro), o che restino un evento a sè, le Primarie del 2005 sono, dice Alessandro Sfasciotti, uno dei ragazzi dell'Osservatorio "il vero contratto degli italiani, con la differenza che quello è stato firmato solo da una parte, e questo da quattro milioni di cittadini". Al centrosinistra, argomenta Alessandro "non è stata consegnata solo la protesta, ma anche la proposta politica".
L'Unità del 9 febbraio 2006

Gianluca Bruno

1 commento:

Gianluca Bruno ha detto...

Cari amici, da pochi giorni ho cominciato a collaborare con LucaniaNet. Se "qualcuno", mi riferisco sia ai cittadini che ai "soggetti pubblici", volesse segnalare "qualcosa"...sono a completa disposizione. Ciao, Gianluca