sabato 30 giugno 2007
mercoledì 27 giugno 2007
Angelo Falcone: telefonata dall'inferno
di PINO SURIANO
ROTONDELLA – Aggrappati a una cornetta. Da più di tre mesi cammina così, su un cavo telefonico, questo struggente rapporto padre-figlio: un figlio che racconta il suo dramma, un padre che prova a consolarlo.
Passano ormai da quel filo (appena due volte alla settimana) i soli rapporti del 26enne Angelo Falcone con l’Italia e la sua famiglia..
Pubblichiamo di seguito un estratto della registrazione dell’ultimo colloquio tra il padre Giovanni e il figlio Angelo, avvenuto giovedì mattina alle 12 ora italiana (circa 15,30 ora indiana). Angelo racconta di una sua recente convalescenza e della sua drammatica giornata-tipo. E’ la prima volta che il ragazzo si dilunga in questo genere di racconto con il padre. Nelle altre chiamate, sempre troppo brevi, il tempo bastava a malapena per parlare delle questioni legali e dei rapporti con l’ambasciata, argomenti qui omessi per volontà del genitore.
Angelo Falcone (figlio): A
G: Pronto, Angelo, sono papà. Come stai?
A: Ciao papà. Ora meglio, ma nei giorni scorsi non troppo bene…ho avuto febbre alta
G: E come mai?
A: Non so… i monsoni… il cambio del tempo
G: Ti hanno dato delle medicine?
A: Sì…mi hanno dato antibiotici. E hanno detto che se volevo mi portavano in ospedale.
G: Ah..per questo non ti hanno passato l’altro ieri… Io avevo chiamato, ma in inglese mi hanno detto che non potevi venire. Io non ho capito tanto e ho chiuso…ma fino ad oggi sono rimasto in ansia, così ho deciso di richiamarti… […] E allora, come è il tempo lì..?
A: Adesso sta piovendo forte….
G: Ma come passi la giornata?
A: Papà (con tono irritato)…. mi sveglio, mangio e mi ricorico… e poi di nuovo questo..
G: Ma a che ora?
A: Alle 9 di mattina… mangio e mi ricorico alle 9…
G: E poi cosa fai?
A: E poi… che fai pà?? (con tono ancor più irritato)..qui c’è solo un cortile, grande quanto casa di Bobbio… cosa vuoi fare? Poi ci sono 46 gradi….
G: Ma quanti siete dentro?
A: Siamo in cento…
G: E la stanza com’è?
A: Qui ci sono due stanzoni… uno che da sul fronte e uno sul lato…
G: E dormite insieme, tutti e cento?
A: Ma certo…
G: Ma dove.. avete delle brandine?
A: Ma no, per terra…solo con le coperte… come in una stalla….
G: E addosso?
A: Addosso solo le coperte…
G: E i vestiti, ve li lavate voi….o vi passano qualcosa?
A: Ci danno il sapone per lavare i vestiti, il sapone per lavarci e l’olio per il corpo…
G: E da mangiare…
A: Riso.. lenticchie e “chapati”(?)… è il pane che fanno qui…
G: Bè… è pur sempre pane…Ma dimmi, i poliziotti si comportano bene….
A: Si… i poliziotti bene… (ndr. in un’altra conversazione, avvenuta in precedenza con la madre, Angelo ha detto di essere spesso apostrofato, con parole indiane incomprensibili, da un altro carcerato).
G: Angelo… però la giornata dovete passarla bene..trovare qualcosa da fare… Andate in cortile, fate ginnastica… Sembra un’assurdità, ma dovete fare proprio come nei film.. dovete tenervi vivi… Tu che sai l’inglese, affiancati a un indiano, impara quella lingua, fai qualcosa: il cervello deve essere impegnato…
A: Papà… se ti svegli alle sei e ci sono 25 gradi qualcosa la fai pure… ma arrivano le 8 e ce sono 45… mi vuoi dire cosa c… fai? (con tono nervoso)
G: E Simone come sta (ndr. l’amico arrestato con lui)…
A: Lui.. un po’ su e un po’ giù… Bè… lui almeno ama l’India…Ehi pà, devo metter giù…
G: Ehi Angelo… un abbraccio grande, grande, grande… Non credere che io stia meglio di te: siamo nella stessa barca… Di notte, quando sei sveglio, pensami…perché io ti starò pensando (con voce commossa). Saluti da tutti, da Rotondella e ringrazia il poliziotto che ci ha permesso di parlare tanto…
A: Ciao pà… (con voce commossa)
Estratto di un articolo pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata del 23 giugno 2007
martedì 26 giugno 2007
I TUOI FIORI AL MIO DEFUNTO
Rubano i fiori agli altri defunti e li portano ai propri
Incredibile situazione al cimitero di Rotondella
Eppure, di sarcofagi spogliati e depredati, è piena la storia. Si trattava, però, di tesori di inestimabile valore, utilissimi per i vivi. Che si arrivasse a rubare i fiori nel cimitero e utilizzarli per i morti, però, non era facilmente immaginabile. Ebbene, nel camposanto di Rotondella la cosa è accaduta, negli ultimi mesi anche con preoccupante frequenza.
A denunciare il fatto è Gaetano Mucci, ex maresciallo dei vigili urbani in pensione, che ha già informato dei fatti il parroco e il sindaco del paese. Mucci avrebbe raccolto le lamentele di numerose altre persone, preoccupate per la scomparsa di vasi di fiori riposti da poco nelle lapidi dei cari estinti. Alcuni di questi vasi (è ridicolo anche solo a pensarsi) sarebbero stati trovati dinanzi alle lapidi di altri defunti. Insomma, “i tuoi fiori per il mio defunto”, oppure, come è più probabile, “per la mia bella figura” agli occhi dei visitatori.
A nessuno è sembrato opportuno, fino ad ora, segnalare il caso alle forze dell’ordine, sebbene non tutti sembrano disposti a sopportare ancora a lungo il singolare sopruso.
Non farebbe male, perciò, ricordare la lezione del grande Totò nella poesia A’ livella: dopo la morte siamo tutti uguali, principi e netturbini, ricchi e poveri, con o senza fiori. Del resto, era anche la lezione dei Sepolcri di Ugo Foscolo. Ma di fronte alla mania di qualcuno le loro parole sono fiato sprecato.
giovedì 21 giugno 2007
Angela Mauro, da "giornalista" a "notizia"...

L'assembla costituente, domenica, ha varato la nuova associazione politica. L'intervento del Presidente Fausto Bertinotti riapre la discussione sulle prospettive.Come si costruisce un nuovo soggetto di sinistra? Quando? In che forme? Con che idee? Con chi?«Per imparare a nuotare bisogna buttarsi in acqua». Basta con gli indugi e le reticenze. Fausto Bertinotti arriva all'assemblea che dà alla luce la sezione italiana della Sinistra Europea carico di quanto ha vissuto il giorno prima a Berlino: la nascita della Die Linke, fusione tra la Pds (forte soprattutto a est) e la sinistra socialdemocratica della Wasg (Lafontaine). Il presidente della Sinistra Europea la porta ad esempio: è la dimostrazione di come si può «cogliere un'opportunità da una congiuntura politica». E allora: la crisi della politica c'è anche in Italia, la sinistra è «a rischio», si abbia dunque il coraggio di «iniziare» per lavorare ad una «forza nuova senza muri nè sbarramenti». Bertinotti benedice la sezione italiana della Sinistra Europea, «preziosa esperienza dalla quale abbiamo imparato a non giudicare», ma ora deve essere una «porta» che guardi nella prospettiva del «socialismo del XXI secolo» e vada oltre. Anche oltre Rifondazione? Il ragionamento di Bertinotti non mostra timori in questo senso. E la questione diventa argomento di dibattito, nella stessa assemblea della Sinistra Europea e nelle interviste che Liberazione pubblica oggi.Partiamo dal discorso di Bertinotti. Nel rispetto del suo ruolo istituzionale, il presidente della Camera non parla «nè di governo, nè di partiti». Ma dello stato della sinistra dice molto, comprese le indicazioni sulla prospettiva futura. In Italia e in Europa «è a rischio l'esistenza e il futuro della sinistra», spiega, parlando della «crisi della politica», del «distacco delle masse dalla politica», della «disaffezione, esito dei processi dominanti da un quarto di secolo», vale a dire il capitalismo con la sua pretesa di «cancellare il discrimine tra destra e sinistra per imporre una presunta neutralità dietro la quale c'è il dominio dell'impresa e del mercato». Bertinotti cita Montezemolo («Non è importante sapere di quanti voti è portatore, serve piuttosto cogliere il senso profondo della sua sfida»), parla della crisi della sinistra nel «voto in Francia e in quello del nord Italia», racconta di una sinistra impegnata nella «ricerca di una piccola identità e di una destra forte di una idea di società, cattiva ma forte». Il primo invito: «Interroghiamoci su questo rischio». Si può guardare all'America Latina, con il suo «nuovo patto tra sinistra e popoli». Ma il punto vero è che «per farcela, non bastano i correttivi all'esistente o le logiche identitarie: va delineata una operazione politica grande e alternativa per arginare l'onda della depoliticizzazione». «Non bastano la criticità, i conflitti, i movimenti perchè c'è il rischio di una americanizzazione della politica in Europa», dice Bertinotti, e a quel punto «i conflitti sono confinati nella marginalità perchè la politica la fanno altri soggetti».Fine dell'analisi del "dramma", inizio della parte "costruens". Gli elementi di partenza ci sono, continua Bertinotti, primi tra tutti «il rifiuto della guerra e del terrorismo». Adesso più che mai però è «necessario costruire massa critica, cultura politica» perchè «non basta aver ragione: ci vuole una forza in grado di rimotivare una prospettiva, una forza nuova che non si fa solo con la ragione, ma anche con la passione e con i sentimenti». Il presidente della Sinistra Europea cita Leopardi: «Se la ragione diventa passione è possibile la conoscenza» e traccia un ponte immaginario con Gramsci e non solo: «La pensava così anche lui e il pensiero femminista». Insomma, «dovremmo aver imparato la lezione».Bertinotti ammette che «un processo di costruzione dell'unità non è indolore» e che il tema del rapporto con i movimenti, la questione del governo («Scelta e non obbligo») sono «problemi reali e difficili che si risolvono se vengono affrontati». Ma, avverte, «solo se un soggetto politico a sinistra risulterà forte, ampio, plurale ci sarà la possibilità di riconnettersi ai movimenti e alla società».Il presidente della Sinistra Europea è chiaro: «Il tema che ci sta di fronte è il socialismo del XXI secolo» e devono lavorarci insieme «comunisti, socialisti, cattolici, le nuove culture in movimento, avendo incontrato il femminismo e l'ecologismo critico». In quanto crogiuolo di realtà diverse, «la Sinistra Europea è una preziosa esperienza» dalla quale, continua Bertinotti, «abbiamo imparato a non giudicare». La Se «può essere una occasione per cambiare: dobbiamo cogliere la sua lezione, non come termine di un cammino, ma come porta da spalancare per la costruzione di una sinistra più ampia». L'affondo: «L'obiettivo di un soggetto plurale e unitario della sinistra in Europa e in Italia non è più rinviabile». C'è una «vasta gamma» di modi per farlo (Bertinotti cita anche il modello Flm, come uno degli esempi possibili), ma l'importante è agire. «La Sinistra Europea - spiega ancora - deve aprirsi al confronto con tutte le sinistre senza muri, nè sbarramenti nè a sinistra, nè nella cultura moderata, per chiedersi insieme se esista un destino comune delle sinistre per quanto diverse in Europa». Bando alle ciance: «Non dobbiamo chiederci prima come andrà a finire, non dobbiamo avere prima un disegno preciso», puntualizza Bertinotti. Il soggetto plurale e unitario della sinistra «sarà quello che ne faranno i partecipanti». L'altro invito, quello centrale: «I tempi non consentono un rinvio, il compito è difficile, ma vi invito a farlo in questa direzione». Perchè ci sono «due esigenze: primo, fare fatti politici nuovi a sinistra che siano visibili e significativi e che incoraggino il popolo di sinistra; secondo, proseguire nella ricerca per la rifondazione della cultura e della prassi per la trasformazione della società capitalistica». La conclusione e il commiato dall'assemblea: «Sapete come farlo, io vi invito soltanto a farlo. Fatelo tutti insieme, uniti. L'ambizione e la difficoltà del compito potranno essere buoni consiglieri per realizzare questa avventura comune». Applausi. Un nugolo di giornalisti, cameramen e compagni lo segue fino all'uscita. I lavori proseguono. Tocca al palestinese Ali Rashid , deputato del Prc, prendere la parola dal palco che, con un manifesto, annuncia la "Sinistra Europea in Italia". L'attenzione si sposta così su uno scenario decisamente più drammatico del nostro: «In Medio Oriente la situazione è triste e senza via d'uscita: 60 anni di conflitto sono tanti», dice Rashid richiamando le «ragioni della non violenza, perchè la violenza danneggia non solo chi la subisce ma anche chi ne fa uso». L'intervento del giornalista palestinese è un accorato appello: «Prego tutti di credere nel dialogo, nel confronto e nel rispetto reciproco anche quando sembrano non esserci le condizioni. Non dobbiamo abbandonare i palestinesi sotto un governo che ha dimostrato di non saper governare e una opposizione che non è democratica». La verità è che «i palestinesi non hanno fatto un passo indietro da quando è morto Arafat», aggiunge ricordando quanto detto prima di lui dalla deputata di Rifondazione Graziella Mascia .L'assemblea al Palafiera però arriva all'intervento di Bertinotti attraverso le numerose relazioni dei rappresentanti delle realtà della Sinistra Europea in Italia (tra gli altri, Riccardo Petrella del Contratto mondiale per l'acqua, Danielle Mazzonis della Liberassociazione, Domenico Rizzuti della Sinistra Euromediterranea, Jacobo Torres De Leon della Fuerza bolivariana de Trabajadores), nonchè di politici di lungo corso. C'è Achille Occhetto che fa autocritica: «Nell'89 dovevamo uscire dalla crisi del comunismo da sinistra e non da destra, come dice Bertinotti per un socialismo di sinistra e non di destra». Il padre della svolta della Bolognina punta poi il dito contro i suoi ex compagni di partito, accennando al caso Unipol: «Se i partiti invece di stare al di sopra del mercato e dettare le regole fanno corpo con questo o quello in combutta con la destra, andiamo verso un'economia di tipo feudale». Adesso che è padre de "Il Cantiere", realtà che tenta un dialogo tra diversi a sinistra, Occhetto invita a «superare gli errori del passato» e a «prendere in mano la bandiera dell'unificazione a sinistra: non si tratta di rifondare il Pci o il Psi, ma di rifondare la sinistra, non una sinistra radicale, ma una sinistra vera nel senso della tradizione del socialismo e democrazia». Più chiaro di così...Il presidente dell'Ars (Associazione per il Rinnovamento della Sinistra), Aldo Tortorella, scalda gli animi, tanto che la platea protesta quando il moderatore Sergio Bellucci batte sul microfono per segnalargli il tempo (massimo sette minuti per ogni intervento). Reduce storico del gruppo dirigente comunista, Tortorella bacchetta l'ultimo segretario del Pci, ricordando la «frettolosa liquidazione» del patrimonio culturale e storico del partito e ammonendo: «Stavolta non ci basterà ripetere le parole d'ordine della Rivoluzione francese», altra citazione un po'maligna di una delle "svolte" proclamate da Occhetto. Ma, evidentemente, l'intento non è quello di tornare a vecchi duelli, piuttosto di misurarsi con i nuovi orizzonti (diritti e/o mondo del lavoro) e indicare le priorità. Tortorella parte da Marx («Aveva ragione: il capitalismo è una storia incessante di modificazioni») e insiste sull'attenzione agli operai: «Votano Forza Italia e Lega. Non c'è un'adesione automatica degli sfruttati alle idee della sinistra, oggi più che mai». Al termine, è standing ovation. Anche Roberto Musacchio, europarlamentare del Prc-Se, vuole portare con sè, nel cammino a sinistra, quella parte del '900 che è «il lavoro e i movimenti operai». Altra frecciata ai Ds: «Qualcuno pensa che avere una banca amica serva a cambiare la società. Noi non parliamo di banche ma di lavoro». Il riferimento è alla battaglia, in corso al Parlamento Ue, contro la «flexsecurity, idea del lavoro subordinato all'impresa». E Giovanni Alleva, del centro diritti "Pietro Alò", autore di una proposta di legge contro la precarietà, «già firmata da più di cento parlamentari», esorta: «Dobbiamo andare avanti su questa strada. La sinistra si aggrega intorno alla tutela della dignità dei lavoratori». Ci pensa Lea Melandri, femminista storica, a riportare l'attenzione sulle donne che, nella storia, anche a sinistra, «hanno dovuto adattarsi e spesso sono diventate un duplicato dei maschi». La critica: «Non vedo traccia del pensiero femminista, ho sentito solo dire: "conta molto il femminismo". Le donne non sono disposte ad essere la ciliegina sulla torta della Sinistra Europea». E' anche in questo senso che Elisabetta Piccolotti, coordinatrice nazionale dei Giovani Comunisti, insiste sulla «riforma della politica», condannando quei «meccanismi novecenteschi di chi pensava che un partito dovesse muoversi come un sol uomo, appunto: non una sola donna».Le note dell'Internazionale accompagnano gli ultimi momenti di una giornata carica di aspettative per il futuro. Appuntamento all'8 luglio per la riunione del "parlamentino" della Sinistra Europea in Italia, ovvero l'assemblea (190 membri) votata dall'assise di domenica insieme al gruppo nazionale di coordinamento (circa 30 persone). Sono entrambi organismi transitori, in vita fino all'anno prossimo, quando si terrà il primo congresso della Sinistra Europea in Italia, assise alla quale parteciperanno anche i rappresentanti delle "reti orizzontali" (territoriali) che via via si formeranno, affiancandosi alle già esistenti reti "verticali" (nazionali).
Liberazione, martedì 19 giugno 2007
martedì 19 giugno 2007
Il caso Priebke, una storia durata più di novant'anni...

Gli innocenti vennero giustiziati a seguito dell’attentato romano di via Rasella, operato dai partigiani, in cui persero la vita 33 soldati sudtirolesi. Herbert Kappler, per frenare le possibili rivolte popolari, aveva stabilito che per ogni soldato tedesco ucciso sarebbero stati giustiziati 10 civili.
Nel maggio 1994 il giornalista statunitense Sam Donaldson intervistò Priebke in Argentina per conto dell'emittente ABC. Le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine. Estradato in Italia, nel novembre 1995, venne rinchiuso nel carcere militare "Forte Boccea" di Roma. Il governo, guidato da Lamberto Dini, chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra.
La Corte di Cassazione annullò quella sentenza, rendendo così obbligatorie nuove udienze (e quindi nuove accuse) per Priebke. Egli fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute. Nel marzo 1998 la Corte d'Appello militare lo condannò all'ergastolo. La sentenza è stata confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione, a causa dell'età avanzata dell'imputato, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.

sabato 16 giugno 2007
WiMax e il diritto alla conoscenza
giovedì 14 giugno 2007
Abitare in Basilicata è diventato un lusso!

domenica 10 giugno 2007
io partecipo io scelgo io governo, ma attraverso quali strumenti?

Alcuni grandi visionari sociali hanno addirittura parlato di “e-democracy”, in riferimento alla possibilità, che la rete elargisce, di accedere all’enorme quantità di informazioni politicamente rilevanti; all’offerta di svariati luoghi di discussione tra pari; alla possibilità di effettuare sondaggi on-line o di votare elettronicamente; per non parlare del potenziale rapporto diretto, e non mediato, tra rappresentato e rappresentante. L'esperienza, però, dimostra che è ancora troppo presto per parlare di democrazia diretta o elettronica e non solo in Italia.
sabato 9 giugno 2007
George W. Bush a Roma, doctor Des a Rotondella

George Bush, non senza strafalcioni, stamani ha incontrato il Capo dello Stato, il Pontefice e si è trattenuto a pranzo con il Presidente del Consiglio. Nel pomeriggio incontrerà, invece, l'ex Premier Silvio Berlusconi, il quale sicuramente gli farà trovare una nuova cravatta di seta.

venerdì 8 giugno 2007
La condizione del parlamentare: "la qualità della vita dei senatori"

Ecco forse la bramosa chiave di volta per comprendere come, al di là di un facile e scontato moralismo, diversi rappresentanti della volontà popolare abbiano smarrito il senso stesso del loro operato, e ormai non si rendano più conto dell'effetto - per non dire la ricaduta simbolica - che suscitano certe loro pretese.
giovedì 7 giugno 2007
mercoledì 6 giugno 2007
Strorie di randagismo e cattiveria rotondellese
Il primo cane, un Beagle di nome Billy, lo trovai circa un anno fa mentre rientravo a casa assieme a Marina e altri suoi amici. Era tardi e all’improvviso ci trovammo di fronte questo bellissimo cane con un grave problema alla zampa posteriore destra. Il cane, però, si spaventò e scappò via. Dopo due ore di ricerche vane decidemmo di rientrare a casa per riprovare all’indomani.
Il giorno dopo, mentre pranzavo, i vicini, ai quali avevo raccontato l’accaduto, iniziarono a gridare: eccolo…eccolo…Gianlù, il cane…! Ricordo che Marina si alzò un attimo prima di me e, dopo aver preso il piatto con il capocollo, si mise a correre piena di gioia verso il cane. Insomma Billy ci trovò!
In quel periodo, però, stavo frequentando un Master a Bari e quindi dopo pochi giorni sarei dovuto rientrare. Il giorno stesso chiamai delle persone stupende di Policoro, che dedicano parte delle loro giornate a curare gratuitamente animali, e assieme andammo dal veterinario. Quest’ultimo ci disse che si trattava di un tumore e che bisognava intervenire tempestivamente per evitare il peggio. Per sicurezza portammo il cane anche a Matera, da un altro veterinario, ma la diagnosi fu la stessa. Billy rinunciò alla zampa e nel giro di un paio di settimane si ristabilì. La scorsa estate è stata la “mascotte” di buona parte delle manifestazioni dedicate ai cani organizzate tra Policoro, Nova Siri e Scanzano.
Circa una settimana fa, davanti casa, Marina ha trovato un cane: le ha fatto qualche carezza, l’ha sfamata e le ha persino dato un nome: “Life”. Abbiamo comprato l’anti parassitario, l’abbiamo portata dal veterinario per il vaccino e le pillole per la sverminazione e stavamo pensando, visto che non possiamo tenerlo in casa, di farlo diventare un cane di quartiere.
Un vicino di casa, uno di quelli che quando ti vede quasi quasi ti lustra le scarpe, senza nemmeno avvisarmi (per cercare insieme una soluzione alternativa) è andato al Comune per segnalare la cosa e sbarazzarsi definitivamente di quel cane che, credetemi, non ha dato alcun problema…Avrà pensato che "è meglio stare tranquilli". Al cane è stato anche tolto il collare che gli ho comprato qualche giorni fà, tanto per eliminare anche l'ultimo segnale che potesse rinviare ad una qualche appartenenza.
Comunicato Stampa del Movimento Antinucleare NoScorie
martedì 5 giugno 2007
Quale frattura giustifica la nascita del PD?
"Stein Rokkan, in un celebre libro del 1983, “Cittadini, elezioni, partiti”, sostiene che i sistemi politici e i partiti si vengono a formare in corrispondenza di fratture socio-politiche. Le fratture individuate dall’autore sono quattro e si sviluppano a seguito di due eventi storici: la rivoluzione nazionale (con la costituzione degli Stati nazionali) e la rivoluzione industriale. Con la prima frattura (centro-periferia), nascono i partiti indipendentisti e autonomisti; con la seconda frattura (Stato-Chiesa), nascono i partiti laici e cattolici; con la terza (città-campagna), nascono i partiti borghesi liberisti e i partiti contadini e operai; con la quarta frattura (capitale-lavoro), nascono i partiti liberali e i partiti di massa social comunisti."
domenica 3 giugno 2007
Giovanni Falcone è preoccupato per gli ultimi episodi violenti in India
Delhi (AsiaNews) – Nonostante le promesse delle autorità ed i ripetuti appelli delle comunità locali, non si fermano le violenze anti-cristiane in tutta l’India. Il 26 maggio scorso, un sacerdote cattolico è stato costretto con la violenza ad abbandonare un villaggio del distretto di Udaipur, nello Stato settentrionale del Rajasthan, dove era stato inviato in missione dal vescovo locale. Una folla di integralisti indù lo ha prima picchiato e poi minacciato di morte.
Alcuni giorni prima, sempre nel nord del Paese, esponenti del Rashtriya Swayamsevak Sangh [Rss, formazione paramilitare di fondamentalisti nazionalisti indù ndr] dell’Himachal Pradesh hanno torturato e rasato a zero due missionari cristiani, costretti in un secondo momento ad immergersi nel Gange, come atto di conversione all’induismo.
Per protestare contro queste violenze, sempre più spesso ignorate volutamente dalla polizia e dai governi locali, i gruppi cristiani del Paese hanno organizzato una manifestazione di protesta che si terrà domani a Delhi. Nel comunicato che annuncia l’iniziativa si sottolinea come “in soli sei mesi, sono già avvenuti oltre cento casi di violenza contro cristiani innocenti”. Il documento denuncia inoltre che “i precedenti appelli al governo dell’Unione, ai governi locali ed ai vertici della polizia non hanno avuto alcun risultato. L’unico modo per far sentire la nostra voce è scendere in piazza e mostrare il nostro dolore e la nostra ansia per questa situazione”.
venerdì 1 giugno 2007
La "Chiesa" e i preti pedofili
Visto che ultimamente ci stiamo occupando prevalentemente del caso Falcone, non dobbiamo dimenticare che in India, come in molte altre parti del mondo, le libertà individuali sono controllate dallo Stato. In India le fedi religiose sono così ripartite: Induisti 80.5%, musulmani 13% (soprattutto al confine col Pakistan), cristiani 3% (prevalentemente nelle ex colonie portoghesi e nel Kerala), sikh 2%, buddhisti 1%, giainisti 0.5%.