venerdì 1 giugno 2007

La "Chiesa" e i preti pedofili

E' importante che si parli anche di queste cose! E' sbagliato, però, come ritengono moltissime persone, considerare l'errore umano di pochi l'evidenza oggettiva e una buona ragione per screditare le ragioni profonde della "fede" e della "Chiesa". I preti che hanno sbagliato devono essere sottoposti al giudizio delle leggi "laiche"... Non dimentichiamo che la maggior parte delle violenze, di ogni tipo, si consumano dentro le mura domestiche. Cosa facciamo rinunciamo al grande beneficio individuale e sociale della famiglia? Allo stesso modo, se alcuni preti sbagliano tutte le altre cose importanti della chiesa le ignoriamo? Imponiamo ai credenti di rinunciare alla fede? Spero che tra le varie libertà individuali rimarrà sempre quella sancita dall'articolo 19 della Costituzione italiana: "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume".
In una società individualizzata come quella odierna, in cui il potere economico impedisce azioni concrete ai poteri politici e in cui l'unico imperativo categorico è diventato quello della generazione continua di nuovi bisogni per gli instancabili consumatori, la chiesa è rimasta uno dei pochi luoghi dove poter ritrovare se stessi e condividere con la comunità un'esperienza interiore orientata all'immortalità. Il mercato, invece, tende a privilegiare esclusivamente beni di consumo che portano alla soddisfazione di bisogni istantanei.
Visto che ultimamente ci stiamo occupando prevalentemente del caso Falcone, non dobbiamo dimenticare che in India, come in molte altre parti del mondo, le libertà individuali sono controllate dallo Stato. In India le fedi religiose sono così ripartite: Induisti 80.5%, musulmani 13% (soprattutto al confine col Pakistan), cristiani 3% (prevalentemente nelle ex colonie portoghesi e nel Kerala), sikh 2%, buddhisti 1%, giainisti 0.5%.
Nel 2002, a seguito di disordini, otto missionari cristiani sono stati picchiati durante una funzione religiosa da fondamentalisti indù. Nello stesso anno il governatore dello stato indiano del Tamil Nadu ha emesso un'ordinanza mirata a impedire le conversioni al cristianesimo, col pretesto che esse avvengono in modo ingannevole. Se ritenuti colpevoli di questo crimine i cristiani possono essere condannati fino a 3 anni. Bisogna anche dire, però, che gli Indù locali hanno spesso criticato i missionari cristiani di sfruttare le condizioni di povertà dei non cristiani allo scopo di convertirli. In diversi casi pastori cristiani hanno fatto commenti denigratori sull'Induismo. In alcune occasioni missionari stranieri hanno negato le cure mediche e gli aiuti alimentari agli Indù che si rifiutavano di convertirsi al cristianesimo... Anche in questo caso ci troviamo di fornte ad un atteggiamento sbagliato da parte di ALCUNI missionari verso la gente del posto. Tutti i missionari sbagliano? A fronte di un grave errore da parte di alcuni missionari, è giustificabile il provvedimento adottato dal governatore dello stato indiano del Tamil Nadu che nega la libertà religiosa ai cittadini?
A mio modestissimo avviso una Religione, e l'operato delle sue istituzioni, si valuta anche sulla base delle libertà che lascia ai suoi fedeli. Questo non significa certo che ognuno è libero di costruirsi una religione a sua immagine e somiglianza. Gli errori storici della chiesa cattolica sono stati riconosciuti ed è su quegli stessi errori che si fonda la chiesa dei nostri tempi. Alcune libertà, come ad esempio la possibilità per le donne di scegliere la vita sacerdotale, potrebbero essere maggiormente interiorizzate dalla chiesa; ma questa quasi ingiustizia è sempre meglio dell'obbligo di indossare il burqa! O vogliamo parlare dell'infibulazione alle bambine? Le religioni di quei paesi, prevalentemente si parla di Islam, potrebbero fare almeno qualcosa per impedire questa violenta pratica socio-culturale, che ha giustificazioni anche religiose.
Questo non significa fare paragoni tra una religione e l'altra, anche perchè sono sempre stato rispettoso e curioso delle altre religioni, ma semplicemente evidenziare il grado di libertà individuale che la nostra religione offre rispetto al passato e rispetto alle altre confessioni religiose...
Gianluca Bruno

Nessun commento: