mercoledì 27 giugno 2007

Angelo Falcone: telefonata dall'inferno

di PINO SURIANO

ROTONDELLA – Aggrappati a una cornetta. Da più di tre mesi cammina così, su un cavo telefonico, questo struggente rapporto padre-figlio: un figlio che racconta il suo dramma, un padre che prova a consolarlo.
Passano ormai da quel filo (appena due volte alla settimana) i soli rapporti del 26enne Ange
lo Falcone con l’Italia e la sua famiglia..
Pubblichiamo di seguito un estratto della registrazione dell’ultimo colloquio tra il padre Giovanni e il figlio Angelo, avvenuto giovedì mattina alle 12 ora italiana (circa 15,30 ora indiana). Angelo racconta di una sua recente convalescenza e della sua drammatica giornata-tipo. E’ la prima volta che il ragazzo si dilunga in questo genere di racconto con il padre. Nelle altre chiamate, sempre troppo brevi, il tempo bastava a malapena per parlare delle questioni legali e dei rapporti con l’ambasciata, argomenti qui omessi per volontà del genitore.

Giovanni Falcone (padre): G

Angelo Falcone (figlio): A

G: Pronto, Angelo, sono papà. Come stai?

A: Ciao papà. Ora meglio, ma nei giorni scorsi non troppo bene…ho avuto febbre alta

G: E come mai?

A: Non so… i monsoni… il cambio del tempo

G: Ti hanno dato delle medicine?

A: Sì…mi hanno dato antibiotici. E hanno detto che se volevo mi portavano in ospedale.

G: Ah..per questo non ti hanno passato l’altro ieri… Io avevo chiamato, ma in inglese mi hanno detto che non potevi venire. Io non ho capito tanto e ho chiuso…ma fino ad oggi sono rimasto in ansia, così ho deciso di richiamarti… […] E allora, come è il tempo lì..?

A: Adesso sta piovendo forte….

G: Ma come passi la giornata?

A: Papà (con tono irritato)…. mi sveglio, mangio e mi ricorico… e poi di nuovo questo..

G: Ma a che ora?

A: Alle 9 di mattina… mangio e mi ricorico alle 9…

G: E poi cosa fai?

A: E poi… che fai pà?? (con tono ancor più irritato)..qui c’è solo un cortile, grande quanto casa di Bobbio… cosa vuoi fare? Poi ci sono 46 gradi….

G: Ma quanti siete dentro?

A: Siamo in cento…

G: E la stanza com’è?

A: Qui ci sono due stanzoni… uno che da sul fronte e uno sul lato…

G: E dormite insieme, tutti e cento?

A: Ma certo…

G: Ma dove.. avete delle brandine?

A: Ma no, per terra…solo con le coperte… come in una stalla….

G: E addosso?

A: Addosso solo le coperte…

G: E i vestiti, ve li lavate voi….o vi passano qualcosa?

A: Ci danno il sapone per lavare i vestiti, il sapone per lavarci e l’olio per il corpo…

G: E da mangiare…

A: Riso.. lenticchie e “chapati”(?)… è il pane che fanno qui…

G: Bè… è pur sempre pane…Ma dimmi, i poliziotti si comportano bene….

A: Si… i poliziotti bene… (ndr. in un’altra conversazione, avvenuta in precedenza con la madre, Angelo ha detto di essere spesso apostrofato, con parole indiane incomprensibili, da un altro carcerato).

G: Angelo… però la giornata dovete passarla bene..trovare qualcosa da fare… Andate in cortile, fate ginnastica… Sembra un’assurdità, ma dovete fare proprio come nei film.. dovete tenervi vivi… Tu che sai l’inglese, affiancati a un indiano, impara quella lingua, fai qualcosa: il cervello deve essere impegnato…

A: Papà… se ti svegli alle sei e ci sono 25 gradi qualcosa la fai pure… ma arrivano le 8 e ce sono 45… mi vuoi dire cosa c… fai? (con tono nervoso)

G: E Simone come sta (ndr. l’amico arrestato con lui)…

A: Lui.. un po’ su e un po’ giù… Bè… lui almeno ama l’India…Ehi pà, devo metter giù…

G: Ehi Angelo… un abbraccio grande, grande, grande… Non credere che io stia meglio di te: siamo nella stessa barca… Di notte, quando sei sveglio, pensami…perché io ti starò pensando (con voce commossa). Saluti da tutti, da Rotondella e ringrazia il poliziotto che ci ha permesso di parlare tanto…

A: Ciao pà… (con voce commossa)

Estratto di un articolo pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata del 23 giugno 2007

3 commenti:

Mimmo ha detto...

terrificante...il solo leggere mi ha fatto venire i brividi...Spero che le cose si mettano a posto presto, anche se questa frase ha poco senso...troppo ripetuta...ma la situazione attuale com'è??

Gianluca Bruno ha detto...

Caro Mimmo, la situazione attuale è molto incerta. Si alternano fasi di speranza a fasi di vuoto totale. Le autorità politiche a vari livelli si stanno impegnando, ma fino a questo momento nulla lascia intravedere un subitaneo ritorno dei ragazzi. Bisognerà attendere, molto probabilmente, la fine della fase istuttoria prevista per settembre. Mi chiedo se Angelo, Simone e le loro famiglie ce la faranno a resistere per altri 3 mesi. E poi, vista l'incertezza della situazione attuale, quale fase comincerà a settembre? La cosa migliore è non perdere l'ottimismo anche se è difficile non fare i conti con la realtà!
Il giorno dell' ultima telefonata ero vicino a Giovanni, il padre di Angelo, e quando qust'ultimo è arrivato al telefono ho avuto il tempo di salutarlo velocemente. La sua voce, com'è facile immaginare, inizia ad essere rassegnata. Oltretutto, Angelo inizia ad avere problemi di salute. Quindi, alla violenza psicologica si somma quella fisica.
Ha ragione Giovanni quando dice che la globalizzazione è un fenomeno sostanzialmente economico (molti autorevoli siciologi portano avanti questa tesi, tra cui Luciano Gallino). Romano Prodi qualche mese fa è stato in India per concludere alcuni accordi di natura economica. Il problema è che da soli i fattori economici non portano da nessuna parte. E' necessario accompagnarli a tutta una serie di altre misure di carattere culturale e sociale.
Non è pensabile un mondo dove il mercato si unisce mentre le libertà individuali si dividono.
E' naturale che le differenze culturali e sociali si riflettano anche nel diritto, ma alcuni diritti e alcune libertà dovrebbero essere "universali". Mi riferisco ad esempio al fatto che Angelo e Simone sono stati costretti a firmare una dichiarazione in indi prima ancora di avere diritto ad una telefonata. O al fatto che dormono per terra in una stanza con altre decine e decine di detenuti.
Il guaio è che siamo quasi impotenti di fronte a situazioni di questo genere... Dobbiamo aspettare, provando comunque a fare qualcosa, nella speranza che l'epilogo smentisca la confusione e le incertezze attuali. Gianluca

Giovanni ha detto...

Speriamo bene....