martedì 19 giugno 2007

Il caso Priebke, una storia durata più di novant'anni...

Erich Priebke è un ex Capitano delle SS che nel 1943 si trasferì a Roma sotto il comando di Herbert Kappler (il suo maestro). Quest’ultimo, il 24 marzo 1944, lo coinvolse nell'organizzazione del famigerato eccidio delle Fosse Ardeatine in cui persero la vita 335 civili.
Gli innocenti vennero giustiziati a seguito dell’attentato romano di via Rasella, operato dai partigiani, in cui persero la vita 33 soldati sudtirolesi. Herbert Kappler, per frenare le possibili rivolte popolari, aveva stabilito che per ogni soldato tedesco ucciso sarebbero stati giustiziati 10 civili.
Dopo la sconfitta della Germania Erich Priebke fuggì in Argentina, riuscendo quindi a sfuggire ai processi per crimini di guerra.
Nel maggio 1994 il giornalista statunitense Sam Donaldson intervistò Priebke in Argentina per conto dell'emittente ABC. Le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine. Estradato in Italia, nel novembre 1995, venne rinchiuso nel carcere militare "Forte Boccea" di Roma. Il governo, guidato da Lamberto Dini, chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra.
La Corte di Cassazione annullò quella sentenza, rendendo così obbligatorie nuove udienze (e quindi nuove accuse) per Priebke. Egli fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute. Nel marzo 1998 la Corte d'Appello militare lo condannò all'ergastolo. La sentenza è stata confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione, a causa dell'età avanzata dell'imputato, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Il 12 giugno 2007 il giudice militare ha concesso a Priebke, 93enne, il permesso di uscire dalla sua abitazione per recarsi al lavoro, ma dopo soli pochi giorni il permesso è stato sospeso con un decreto firmato dal magistrato militare di sorveglianza. Alla base del provvedimento del giudice, Isacco Giorgio Giustiniani, la mancata comunicazione alle autorità da parte di Priebke dei suoi spostamenti (orari e modalità) per recarsi a lavorare nello studio del suo avvocato. Il magistrato dell'ufficio militare di sorveglianza ha quindi disposto, si legge nel provvedimento, che il detenuto "Erich Priebke non possa ulteriormente allontanarsi dal proprio domicilio per recarsi allo studio dell'avvocato Giachini".
L'avvocato Giachini ha dichiarato: "Priebke è stato messo ai domiciliari non perché era malato ma perché l'articolo 27 della Costituzione prevede che la pena sia umana, quindi dopo un certo periodo di carcere, in buona condotta, ci sono dei benefici. Priebke ha 90 anni e gli sono stati concessi questi benefici".
E' difficile, forse impossibile, stabilire il grado di discrezionalità delle "persone" in un contesto bellico. Stanley Milgram, nel suo più celebre lavoro del 1974 ("Obbedienza all'autorità. Uno sguardo sperimentale"), ha cercato di dimostrare scientificamente come le persone di fronte all'ordine di superiori, nella quasi totalità dei casi, sottomettano le proprie inclinazioni personali. Queste ricerche possono certamente contribuire ad allargare l'orizzonte attraverso cui leggere i fatti, ma non possono in alcun modo rappresentare una giustificazione per chi, come Erich Priebke, ha commesso crimi contro l'umanità.
Lutz klinkhammer, ricercatore di storia contemporanea presso l' Università di Colonia, nel 1997 ha scritto un libro "Stragi naziste in Italia" in cui ha accuratamente descritto la guerra nazista contro i civili tra 1943 e il 1944. Un lavoro molto interessante che riassume le dinamiche attraverso cui vennero barbaramente uccisi circa diemila civili italiani. Riporto un passaggio del libro di klinkhammer in cui si parla del processo Priebke:
"le circostanze attenuanti per Priebke diventano aggravanti per il nazismo - e viceversa. Le testimonianze che aggravano la responsabilità personale di Priebke finiscono per attenuare l'immagine autoritaria delle istituzioni naziste, perchè ampliano al massimo la nozione che all'interno del nazismo e delle sue istituzioni militari permanevano spazi di autonomia personale e di certezza del diritto. Priebke mira a salvare se stesso, e scarica sulle istituzioni; accettando il suo gioco, per accentuare la sua colpa personale si rischia di riabilitare in parte la "legge tedesca" di allora - come se lo sterminio fosse una disubbidienza, e quindi un'eccezione, anziché la pratica ordinaria
e sistematica di un sistema di ordini"...
Le scritte apparse sui muri della capitale sono la conferma del fatto che non bisogna in alcun modo abbassare la guardia, anche perchè la storia tende a ripetersi. In forme diverse, ma tende a ripetersi: ci saranno sempre storie d'amore alla Giulietta e Romeo, i capitani coraggiosi come Ernest Henry Shackleton e i nemici della democrazia come Erich Priebke.
Gianluca Bruno



10 commenti:

Gianluca Bruno ha detto...

L'altro giorno durante l'approfondimento pomeridiano di Skytg24, l'avvocato Giachini, difensore di Priebke, ha sottolineato il fatto che quello delle fosse ardeatine è stato un "eccidio" e non una "strage". L'avvocato Giachini, su richiesta della conduttrice, ha spiegato la differenza tra questi due termini: l'eccidio si ha quando è conosciuto in anticipo il numero delle persone da uccidere, mentre con la strage non è possibile definire preventivamente il numero delle possibili vittime.
Una differenza terminologica che, secondo l'avvocato, è determinante ai fini della posizione di Priebke nell'eccidio (facciamolo contento)delle fosse ardeatine. Quasi quasi dovremmo ringraziarlo per non aver deciso, il 24 merzo 1944, di compiere una strage... Gianluca

Mimmo ha detto...

Io personalmente ritengo la vicenda non equa...ossia, si dibatte tanto, ci si accanisce tanto,sicuramente a buon ragione, per avere una tanto acclamata giustizia nei confronti di questo capitano delle SS. si sono scritti articoli, se ne è parlato ai tg, anche i diretti interessati, ossia parenti delle vittime delle fosse ardeatine, hanno protestato per la concessione fatta a Priebke.
Diciamo che una condanna sarebbe una sorta di "concessione del senso della giustizia" che è venuto a mancare negli anni passati. ed in questi giorni però mi chiedevo, dato che le cose sono strettamente correlate, questa concessione del senso della giustizia perchè è stata negata, a tutti i parenti e non delle vittime, dello stesso periodo, dei partigiani comunisti che si sono macchiati anche di crimini ben più gravi. Perchè nessuno è andato e và sotto le loro case a gridare ingiurie? Perchè nessuno si batte al fine di far scontare una pena anche a loro? Sono domande alle quali personalmente non riesco a trovare risposte. L'unica che può saltarmi alla mente è :"la storia la scrivono i vincitori"....ma questo cosa vuol dire che esistono morti di serie A e morti di serie B? anzi per essere più preciso esistono ECCIDI di serie A ed ECCIDI di serie B?

Mimmo.

Gianluca Bruno ha detto...

Caro Mimmo, quello che dici è sicuramente vero, basta pensare alle foibe...Sono tante le vittime partigiane. Per alcuni gruppi di partigiani era sufficiente un sospetto per fare fuoco, anche sui civili.
In altri casi, alla liberazione si è accompagnata la lotta di classe e religiosa; quindi a pagarne le spese sono stati industriali, sacerdoti ecc...
Allo stesso tempo, però, penso che le due cose siano imparagonabili.
Il disegno politico alla base del nazismo era quello dell'espansione ad est per la successiva conquista del mondo. Per ottenere il dominio mondiale era necessario uccidere. Nella seconda guerra mondiale hanno perso la vita circa 71 milioni di persone di cui 48.500.000 civili e 22.500.000 militari.
Alla base del disegno politico dei gruppi di liberazione c'era ben altro.
Alcuni gruppi partigiani hanno sbagliato? Sicuramente si! Questi errori sono sufficienti per paragonare l'operato degli occupanti con quello dei liberatori? Credo proprio di no! E' lo stesso discorso che abbiamo fatto qualche giorno fa a proposito dei sacerdoti pedofili. Se all'interno di un ordine che ha come fine ultimo il bene comune qualcuno sbaglia, questo non significa che quel fine si perde. Lo stesso discorso vale per i gruppi partigiani che si sono macchiati del sangue di poveri innocenti (non meriterebbero di essere chiamati partigiani)...
Un abbraccio, a presto, Gianluca

Mimmo ha detto...

Come per dire il fine giustifica i mezzi?
Permettimi di dissentire! e permettimi di dissentire anche sulla definizione di "errore"...un errore che è costata la vita a circa 10.000 persone, tra foibe e rappresaglie...Stando a quello che dici te, io potrei dire che le 335 vittime delle fosse ardeatine non sono paragonabili a questi morti...Invece no... le cose sono paragonabili, per il semplice fatto che si tratta di assassinii, di eccidi, la motivazione non conta proprio nulla!! la sola differenza che c'è è che i crimini comessi da gruppi partigiani non saranno mai ne puniti ne perseguiti, in quanto hanno usato la liberazione come scudo! (liberazione che senza aiuto degli USA non sarebbe avvenuta)! Il problema però che i loro crimini si sono perpetrati per anni dopo la fine della guerra, quindi mi domando di che liberazione si tratta (forse sarebbe meglio chiamarli crimini contro l'umanità?)?...La cosa che mi fa inorridire ancor di più sapete qual'è? è che un numero elevato di questi "liberatori"(ora residenti tra slovenia e croazia) anzichè essere perseguiti come, giustamente per Priebke, ricevono regolare pensione italiana dall'INPS! Perchè nessun giornale, nessun TG parla mai di Nerino Gobbo, o di Franc Pregeij, o di molti altri? Noi Italiani dovremmo PRETENDERE QUESTO! Come lo pretendiamo per Priebke.

Gianluca Bruno ha detto...

Caro Mimmo, sono molto contento del fatto che contribuisci ad animare molto spesso le discussioni proposte.
Il confronto è utile perchè ci porta ad esternare le nostre posizioni (che sono il frutto di una sintesi interiore) e ad apprendere (sulla base delle sintesi altrui). Quindi grazie per la tua partecipazione.
Ritornando alla discussione, la mia posizione non è in alcun modo ideologizzata e, come ho già detto, non credo che esistano morti di serie A e morti di serie B. Quando ho detto che alla base del disegno politico dei gruppi di liberazione c'era ben altro, rispetto al disegno nazifascista, intendevo riferirmi esattamente ai fini; ma non per giustificare le stragi compiute dai partigiani. Infatti, ho anche detto che non definirei partigiani le persone che hanno compiuto quei massacri. Sui fini, però, non si discute! Inoltre, sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che bisognerebbe fare chiarezza su tante zone d'ombra, soprattutto del dopo guerra.
Per me Priebke è uguale, se non più giusto, del partigiano X che ha ucciso civili ingiustamente.
Nazismo e Liberazione sono però due concetti inversamente proporzionali e antagonisti.
A presto, Gianluca

vins ha detto...

all'apparizione di priebke a roma un gruppo di manifestanti inneggiava a romero e Teppa e richiedevano la polizia ausiliaria.
queste persone erano la' per manifestare a favore della liberta'e contro ogni tipo di violenza,pensa avevano anche la bandiera con su scritto PACE.che gran presa per il culo.bel blog complimenti.

Mimmo ha detto...

Caro gianluca, fa sempre piacere scambiare e confrontare opinioni in modo intelligente, ma dato che questo blog lo hai "fondato" tu, non avevo dubbi al riguardo!!! Infatti è l'unico in cui scrivo, lo trovo molto costruttivo,non di parte (il che oggi è difficile), e poi sai la stima e l'affetto che porvo nei tuoi confronti!! un abbraccio!! a presto!!

MIMMO.

Gianluca Bruno ha detto...

Caro Vins, condivido pienamente il tuo discorso e ti ringrazio per aver aggiunto un tassello importante alla discussione.
L'eccidio di Schio (Vicenza), operato dai partigiani, ha portato alla morte 54 persone... Per approfondire il discorso andate su

http://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Schio

Quando parlavo dell'utilità del confronto, e delle sue implicazioni sull'apprendimento, mi riferivo esattamente a quello che è stato definito "apprendimento collaborativo"...
Ognuno di noi sulla base della sua esperienza (familiare, scolastica, politica, religiosa ecc) è portato a dare una certa direzione ai suoi ragionamenti. I ragionamenti degli altri, però, possono contribuire a rafforzare o smussare alcuni lati delle nostre posizioni. In questo modo si può crescere, ed è per questo che alcune volte può essere utile commentare...
Caro Mimmo, sai bene che la stima e il bene sono reciproci! Un abbraccio forte, Gianluca

vins ha detto...

54 persone di cui solo una minima parte era iscritta al partito fascista.di quelle persone pero' non se ne parla,come non si parla di nessuna delle nefandezze commesse da quella gente.
hai scritto bene,PER APPROFONDIRE IL DISCORSO,perche' nessuno in una scuola libera e democratica come la nostra,ti parla dell'eccidio di Schio,di cio' che e' successo a pavia e a nizza monferrato nel 44,o cio' che e' successo a milano nel 45 e poi a piazzale loreto.nessuno parla delle torture inflitte a quella gente.
questo e' scandaloso.ebbene si caro mimmo la soria la scrivono i vincitori o ,mi permetto di dire, gli pseudovincitori.

Anonimo ha detto...

Laß Erich Priebke frei !
Das Leiden dieses alten Mannes muß endlich vorbei sein !
Wo bleiben da Recht, Menschlichkeit und Humanität, welche heute ja so groß geschrieben werden ?
Erich Priebke wird dieses Jahr 95 Jahre alt.
Laßt Erich Priebe frei !

Die Zeit ist reif....

Freundeskreis Erich Priebke
Berlin